Ho visto tirata in ballo da diversi una frase del Papa per avallare in qualche modo il fatto che 'non si deve prendere in giro la fede degli altri' (tralasciando tra l'altro quello che lui innanzitutto prima dice e cioè che è 'aberrante uccidere in nome di Dio). Allora, partiamo dal cuore di questa questione: in uno Stato Laico o dove vi è separazione di poteri politico e religioso, si PUÒ e perfino si deve poter, con la satira, 'prendere in giro' qualsiasi fede e potere, incluso il potere dello stato stesso. Il Papa, tirato qui indebitamente con l' abito talare, non è infatti il Capo di uno Stato Laico. In uno Stato Laico la 'fede' religiosa non è degli 'altri', semplicemente perché non vi è fede religiosa di funzionale riferimento politico, semmai storico-culturale: tutte sono su uno stesso livello civile poiché sovra di esse vige un ORDINAMENTO GIURIDICO LAICO cui la satira stessa risponde se dovesse presentarsene il caso. Dire che una fede non può essere sottoposta alla satira è dargli funzionale valore politico-giuridico in un assetto statale. In un senso ancora più ampio, queste sono conquiste di civiltà, in senso generalmente etico. Cedere su questo terreno nel cuore dell' Europa sarebbe un gravissimo e pericoloso arretramento intorno ad uno dei cardini della cultura occidentale europea, per di più dopo un massacro di stampo religioso e di fronte ad una esplicita dichiarazione di guerra proprio a questi principi, lo comprendete questo o no??? Mi rivolgo ovviamente a chi avalla e avrebbe avallato un qualche famigerato limite/censura alla satira. Satira intorno alla quale vi è qui un'idea fortemente distorta e distorsiva della sua natura che lascia allibiti....su questo e sul resto tornerò sotto.
L' esperienza che è il film "The Master" di P. T. Anderson. Uno dei vertici delle visioni recenti e non solo, certamente assimilabile a quasi nient'altro di "cinematografico". Dalle vettrici costantemente puntate e spingenti fuori, oltre il film stesso dall'inizio fino alla fine del suo in-volgersi. Un filn che col mistero umano di cui si carica si pone incategorizzabile fuori dalla storia del cinema stesso. Esso è camere d'azione per il nulla, per le condizioni esistenzi ali dell' abbandono e della soitudine umani. Con e contro le quali si agisce con incongrua imprevedibilità, ferma, tenera, cupa, stanca, rabbiosa, ironica, amorevole, veemente, cruda, sorridente disperazione... Un corpo celeste splendidamente e autonomamente fluttuante dentro e sopra il mistero della condizione umana, aperto tra il tutto e il nulla, meraviglia fuori del comprensibile.
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