Il 15 agosto 1863 fu promulgata dal parlamento del Regno (savoiardo) d' Italia quella che è una delle più infami 'leggi' della storia d' Italia e probabilmente una delle più nefaste della storia moderna dei paesi occidentali : la legge n. 1409 conosciuta come Legge 'Pica'.

Già dalla fine del 1860 le fucilazioni di massa delle popolazione del Mezzogiorno furono regolarmente adottate ma con l'entrata in vigore della legge queste furono 'agevolate' ed estese ulteriormente attraverso l'introduzione in modo surrettizio della pena di morte per il reato 'politico' inventato ad hoc per le popolazioni del Mezzogiorno avallando così di fatto quello che sarà vero e proprio sterminio di massa: svariate sono le stime; posso qui menzionare quella dello storico Roberto Martucci che parla di un numero compreso tra 24.000 e 98.000 (novantottomila) fucilati dall'ottobre del 1860 al 1870. Parliamo solo di fucilazioni connesse col menzionato reato 'politico' e tra la popolazione del Mezzogiorno continentale , non delle altre stragi numerose, rappresaglie, uccisioni di inermi, donne e bambini (vedi il bombardamento a battaglia terminata della popolazione di Gaeta....), gli stupri, deportazioni (vedi il campo di concentramento di Fenestrelle in Piemonte...), incendi, la distruzione totale di paesi interi con le loro popolazioni (vedi Pontelandolfo e Casalduni ad esempio, rase al suolo con barbarie inaudita...il giornalista e storico Gigi Fiore riporta come probabilmente fu dato ordine di non lasciare vivi nemmeno gli animali a Pontelandolfo .. )..

Non si hanno cifre esatte delle fucilazioni perché il numero spesso non veniva registrato da questi macellai in divisa: si annotava di avere ammazzato ma non si trascriveva (volutamente) il numero degli ammazzati.....inoltre la legge Pica comportava la 'censura' sui territori del Mezzogiorno ov'essa veniva applicata: non ai giornalisti dell'epoca italiani o stranieri che fossero e nemmeno addirittura ai deputati era permesso di circolare in quelle zone.
Bastava molto, ma molto meno di un 'sospetto' per essere fucilati, ma più spesso bastava nulla, solo il fatto di essere lì a difendere la propria vita e le proprie terre, oppure si procedeva all'infamia del razzismo 'lombrosiano' applicato alle uccisioni (atto a ferire al cuore la dignità di un individuo e di un popolo: si prendevano col compasso misurazioni di crani e tratti fisiognomici per 'dimostrare' la 'genetica natura criminale' della popolazione...). Bisogna attendere il nazionalsocialismo in Germania per vedere qualcosa di simile.....A Torino c'è ancora un vergognoso museo, il museo Lombrosiano appunto, che fa bella mostra di teschi di contadini del Mezzogiorno trucidati......La ferocia sulle popolazioni arriva a punti difficilmente immaginabili: lo storico Giuseppe Monsagrati cita documenti in cui si descrivono episodi di cannibalismo.

Da allora sono più di 150 anni che, oltre ai miserabili festeggiamenti e celebrazioni apologetici di stato (vedi anche quel disgraziato di Benigni a Sanremo...), si parla e straparla, si strumentalizza e chiacchiera di Mezzogiorno, di 'meridionali', di criminalità, malavita senza sapere e capirci nulla a parte mistificazione, menzogne e propagandae; e ciò che è più tragicamente beffardo è che tale propaganda è stata così subdola lunga e persistente nel tempo, anche e soprattutto per mezzo della sciagurata istruzione d' obbligo italiota, che gli stessi abitanti del sud, dalla storia e cultura tra le più ricche, complesse e gloriose dell' intero occidente, si sono per anni 'autodenigrati' e continuano a farlo. A cominciare, non a caso, dal vergognarsi della propria lingua (e dico lingua perché il napoletano, da cui derivano quasi tutti gli altri idiomi del Mezzogiorno continentale, è una delle poche lingue, non un 'dialetto', della penisola e tra queste, di gran lunga la maggiore per numero di parlanti....).

Antonio Gramsci, tanto per citare uno caro (forse...) a certa sinistra italiiota, scriveva già nel 1920 su 'Ordine Nuovo': lo stato italiano.... «è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti»

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