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Una delle poche, vere proposte sensate e di un certo vigore venute negli ultimi anni da sinistra è stata immediatamente osteggiata a destra e soprattutto a manca (non sorprendentemente) in Italia. Ricordo che nei paesi avanzati di lunga e forte tradizione socialista di stampo occidentale, social-democratica, incluso il paese in cui vivo, le tasse universitarie non esistono da decenni e questo vale per tutti senza distinzioni economiche e sociali di alcun sorta. E ciò proprio e appunto perché si è "uguali" in quanto singoli cittadini e a sancire l'universalità e l'importanza di un principio (il diritto e l'accesso allo studio superiore) svincolato da contingenze materiali, sociali e tantomeno da fini di cassa. L' esenzione tasse interessa l'individuo giuridico adulto, maggiorenne e autonomo, non i genitori. Che questi siano ricchi o meno abbienti, non interessa e non deve interessare l'università, non è rilevante al fine del mio accesso allo studio, che deve pertanto restare egualitario proprio perché libero e universale; esimendomi di passare, tra le altre cose, attraverso quell' iter frustrante e perfino deprimente della certificazione in carte bollate di quanto i miei genitori siano ricchi o poveri.

In italia si è ancora fermi persi a tali idee e pratiche stagnanti, al pensiero del rattoppo invece de il fronteggiare le questioni, anche intorno ai principi e diritti fondamentali, ecco perciò le distinzioni in tabelle, fasce a, b, b1, c,..., gruppi, sottogruppi...da feudalesimo gretto, che in realtà intimamente confermano le caste, rimarcano la disparità, in modo perfino macroscopico, non le ridimensionano o annullano, risultando queste perfino più cocenti in considerazione della drammatica mancamza di una politica vera e mirata di emancipazione dal disagio economico.

L'affrancamento della condizione delle fasce di popolazione disagiate o indigenti infatti (condizione che è uno scandalo in un paese come l'Italia nel terzo millennio), si attua con una politica strutturale e mirata, poderosa e drastica considerata la situazione attuale del paese, non con il mantenimento di sistemi e approcci come nell'ambito del caso anzidetto; metodi, questi sì, che ledono proprio quell'uguaglianza fondamentale dei singoli cittadini inquinandone alla base le relazioni e percezioni psico-sociali.

È comunque quasi lampante nel contesto politico italiano, il fatto che il mantenimento di tali schemi e procedure funge spesso solo da misero pretesto e da calmante per le coscienze di chi, trasversalmente in politica, non è assolutamente intenzionato a far sì che si attuino le politiche strutturali summenzionate.

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